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Milos Ajcevic

Ambito: sviluppo di test per diagnosticare la malattia in una fase sempre più precoce

Biografia

Milos Ajcevic ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Trieste (UniTs) per poi intraprendere la strada della ricerca in ambito Biomedicale. Nel 2014 riceve la nomina di cultore della materia in Ingegneria Biomedica e nel 2015 consegue il Dottorato di Ricerca in Bioingegneria Elettronica e Informatica sempre presso UniTs. Ha partecipato ai progetti PARIDE ed ehealth2patient riguardanti soluzioni ICT per i pazienti affetti da malattie croniche. Inoltre è membro di gruppi di ricerca nazionali GNB e internazionali EURASIP e IFMBE.

Il progetto di ricerca

La ricerca ha individuato nuove modalità e strumenti tramite un’analisi congiunta dei segnali neurofisiologici (ECG), di bioimmagini (PET) e di biomarcatori liquorali per una diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, indispensabile per terapie specifiche che solo se attuate in fase precoce potrebbero modificare il decorso della malattia.

“Il progetto è focalizzato sull’analisi congiunta dei segnali neurofisiologici, bioimmagini, ottenute mediante le nuove tecniche di neuroimaging funzionale, e biomarkers liquorali per lo sviluppo di nuovi strumenti e algoritmi da impiegare in ambito clinico al fine di una diagnostica precoce nell’ambito della malattia di Alzheimer. I risultati di uno degli studi avviati nel primo anno del progetto hanno dimostrato una forte correlazione tra l’ipoperfusione di un’area specifica del cervello, individuata mediante neuroimaging funzionale, e l’alterazione della informatività del linguaggio spontaneo nei pazienti con  deterioramento cognitivo lieve. Dal confronto tra i risultati dello studio e i biomarcatori liquorali, emerge che i parametri in oggetto permettono di identificare molto precocemente i soggetti a rischio di sviluppo di Malattia di Alzheimer. Dai risultati preliminari di un altro studio del progetto, è emerso che la stimolazione cognitiva mette in evidenza le alterazioni precoci delle attività oscillatorie cerebrali, individuate attraverso l’analisi del segnale EEG, nelle primissime fasi del deterioramento cognitivo.

Il progetto prosegue sull’identificazione dei nuovi marcatori attraverso co-analisi della risonanza magnetica funzionale fMRI e dei segnali EEG, per una migliore classificazione diagnostica nelle demenze.

I risultati del progetto propongono strumenti e algoritmi da impiegare in ambito clinico al fine di una migliore diagnostica precoce nell’ambito della malattia di Alzheimer. La diagnosi precoce della malattia di Alzheimer risulta fondamentale sia per trattare alcuni sintomi della malattia con le strategie terapeutiche attualmente disponibili, sia in prospettiva dell’individuazione di terapie specifiche che solo se attuate in fase precoce potrebbero modificare il decorso della malattia.”